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Per Aspera Ad Veritatem n.25
Cynthia. La spia che cambiò il corso della seconda guerra mondiale.

Domenico Vecchioni - Eura Press/Edizioni Italiane, Milano 2002



Cynthia. La spia che cambiò il corso della seconda guerra mondiale è uno di quei libri che si leggono senza interruzioni, che non si possono chiudere se non dopo essere giunti alla conclusione. Si tratta di un saggio breve, scritto con accuratezza storica e con uno stile e una scorrevolezza tutte letterarie, che conduce il lettore all’interno di un mondo purtroppo ai molti poco noto, quanto meno nelle sue connotazioni non folcloristiche o stereotipate.
Il suo Autore, Domenico Vecchioni, diplomatico di carriera, nonché saggista e storico, ha avuto l’indubbia capacità, in questo saggio come in altri scritti sull’argomento, di raccontare una spy story in maniera piacevole e avvincente riuscendo al contempo a mantenerne i caratteri di affidabilità storica e stimolando riflessioni di più ampio respiro.
Il testo narra la biografia di Amy Elisabeth Thorpe, donna appartenente all’alta società americana, dotata di grandi doti di intelligenza e avvenenza, che, all’inizio per caso e poi sempre più per scelta e con convinzione diventa, nel corso della seconda guerra mondiale, un’ardita ed efficiente spia al servizio dei servizi segreti americani impegnati nella lotta contro l’Asse.
La giovane Thorpe, moglie di un diplomatico di carriera, si trasformerà nell’agente Cynthia, pseudonimo con il quale fornirà un contributo fondamentale ad alcuni momenti chiave del secondo conflitto mondiale tra cui il famoso sbarco degli Alleati in Africa del Nord.
Il racconto della sua vita consente al lettore di comprendere i numerosi risvolti di natura umana e psicologica che possono avere portato una donna della sua epoca, a soli trent’anni, con un marito in grado di garantirle una vita di agi e sicurezze e con due figli, “fortuiti” potremmo dire, ma pur sempre figli, a rinunciare al suo mondo di certezze con indubbi costi umani per coloro che devono averle voluto bene, per servire una causa che la costrinse in più di un’occasione a mettere a repentaglio la propria vita.
Senz’altro quella delineata da Vecchioni è una personalità piena di contraddizioni, caratterizzata da una forte inquietudine e da un’indubbia difficoltà ad accettare la normalità e tranquillità del quotidiano. Questo forse può spiegare in parte la sua sete di avventura, ma nel procedere della lettura sempre più ci si rende conto di non essere in presenza semplicemente di una donna in cerca di forti emozioni, ma di una vera e propria eroina che, come tante nel corso di questo secolo, importanti e dimenticate, hanno contribuito ad una giusta causa con abnegazione e spirito patriottico. Lo spirito di servizio e di sacrificio nonché la profonda consapevolezza dell’importanza dei propri compiti ed obiettivi animano sempre più Cyntia. Il suo coinvolgimento in operazioni di intelligence si accresce e, nello snodarsi delle sue vicende personali, finisce per assumere un ruolo preponderante.
Un testo, quindi, piacevole da leggere e stimolante per le riflessioni che invita a fare. Come sottolinea Francesco Cossiga nella prefazione al testo, a Vecchioni va riconosciuto sicuramente il merito di aver evidenziato il ruolo e l’importanza dell’intelligence nel corso della storia, una realtà spesso poco conosciuta e studiata nel nostro paese attraverso categorie mentali che vadano realmente al di là dei luoghi comuni. Ancor più degno di nota è il tentativo di evidenziare quanto in un contesto già di per sé non adeguatamente apprezzato, centrali siano state le figure femminili, cui peraltro è dedicato uno dei capitoli conclusivi del libro.
La cd. human intelligence si colora quindi di rosa e diventa un paradigma per capire quanto in questo mondo tutto può essere utile, tutto si può tentare, ma con intelligenza, lungimiranza, capacità di assumersi rischi e responsabilità e, soprattutto, avendo chiarezza degli obiettivi da perseguire al servizio dello Stato e per il benessere della comunità. Un vero e proprio servizio ai cittadini, quindi. E di questo si tratta, anche se viene da pensare come, forse, sia più facile percepire la funzione di intelligence come tale in tempi di guerra, di crisi, di tensioni, come molto meno lo sia in periodi di pace. Ricordare queste vicende proprio in momenti di pace e relativa stabilità, forse, aiuta a comprenderne con maggiore lucidità ed obiettività la vera essenza e l’indubbia importanza.



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